La mostra intitolata "Archaeology for a young future" ("Archeologia per un futuro giovane", allestita a Qamishli grazie principalmente all'impegno di due nostro collaboratori locali e inaugurate ufficialmente il 25 aprile, intende mostrare il ruolo svolto dall'archeologia per la nascita di un senso di orgoglio in un passato condiviso, e di appartenenza a un territorio.
Abbiamo voluto enfatizzare il trionfo di valori condivisi e radicati nel passato sulla violenza del presente, per guardare con fiducia al futuro.
Le comunità locali hanno una importanza cruciale per questa esibizione: non solo si trovano al centro dei testi descritti nei pannelli - che mostrano come uomini, donne e giovani di quest'area sentano una grande responsabilità nei confronti del sito - ma si sono anche riversate in gran numero all'apertura della mostra, mostrando grande entusiasmo e interesse.
La mostra mette in luce l'importanza della consapevolezza e del rispetto per il patrimonio culturale: valori da diffondere soprattutto tra le generazioni più giovani, poiché l'archeologia può contribuire in concreto al rafforzamento dei legami con il territorio, e di conseguenza alla promozione di una coesistenza pacifica tra tutti coloro che su quel territorio vivono.
l nostro desiderio di comunicare il contenuto della mostra al più ampio pubblico possibile è comprovata anche dal fatto che tutti i pannelli, redatti in inglese, sono tradotti anche in arabo e curdo (l'intero set di testi è disponibile a questo link). All'ingresso della sala, inoltre, viene distribuito materiale in arabo e curdo che i visitatori possono poi portare a casa.
In questo modo, il messaggio che nasce dall'antica Urkesh si diffonde tra tutte le comunità moderne residenti nell'area.
Abbiamo voluto enfatizzare il trionfo di valori condivisi e radicati nel passato sulla violenza del presente, per guardare con fiducia al futuro.
Le comunità locali hanno una importanza cruciale per questa esibizione: non solo si trovano al centro dei testi descritti nei pannelli - che mostrano come uomini, donne e giovani di quest'area sentano una grande responsabilità nei confronti del sito - ma si sono anche riversate in gran numero all'apertura della mostra, mostrando grande entusiasmo e interesse.
Allestimento |
L'ingresso |
La sala della mostra |
La mostra mette in luce l'importanza della consapevolezza e del rispetto per il patrimonio culturale: valori da diffondere soprattutto tra le generazioni più giovani, poiché l'archeologia può contribuire in concreto al rafforzamento dei legami con il territorio, e di conseguenza alla promozione di una coesistenza pacifica tra tutti coloro che su quel territorio vivono.
Studenti universitari in visita |
Studenti universitari in visita |
Foto di gruppo con archeologi provenienti da Damasco |
l nostro desiderio di comunicare il contenuto della mostra al più ampio pubblico possibile è comprovata anche dal fatto che tutti i pannelli, redatti in inglese, sono tradotti anche in arabo e curdo (l'intero set di testi è disponibile a questo link). All'ingresso della sala, inoltre, viene distribuito materiale in arabo e curdo che i visitatori possono poi portare a casa.
In questo modo, il messaggio che nasce dall'antica Urkesh si diffonde tra tutte le comunità moderne residenti nell'area.
Uno dei pannelli |
Intervista a uno degli organizzatori |
Distribuzione di volantini all'ingresso |
Il padre armeno P. Antranik di Qamishli visita la mostra |
Intervista a uno dei nostri operai a Tell Mozan, Mohammed Omo |
Padre e figlio..Notare, sul foglio rosso, la traduzione in arabo e curdo di uno dei pannelli |